Palazzo Priotti, Corso Vittorio 52 – Torino Restauro facciata
La progettazione di Palazzo Priotti risale a un periodo particolarmente felice per il capoluogo piemontese. Nella seconda metà dell’Ottocento, infatti, la città visse un inatteso periodo di rinnovamento e una nuova espansione a conseguenza della sua nuova vocazione industriale.
La progettazione dell’edificio venne inizialmente affidata dalla famiglia Priotti all’architetto Camillo Riccio. In seguito all’improvvisa morte dell’architetto Riccio nel 1899 il progetto venne affidato a Carlo Ceppi, già noto per aver realizzato numerose residenze, alcune chiese e la recentissima stazione di Porta Nuova. La costruzione dell’edificio terminò nel 1901 e apparve da subito un elegante esempio di eclettismo già molto influenzato dal nascente stile liberty che caratterizzò il panorama architettonico torinese del successivo decennio.
L’edificio presenta un largo uso di decorazioni in litocemento e si inserisce armonicamente nel contesto urbano del corso che, in quegli anni, fu rinominato intitolandolo alla memoria di Vittorio Emanuele II. L’architettura si distingue per un ricco apparato decorativo che manifesta una commistione di primi elementi liberty, allo stile barocco tanto caro al Ceppi.
La facciata principale di corso Vittorio Emanuele II determina la fine del percorso porticato progettato dall’architetto Carlo Promis che coinvolge tutti gli edifici intorno alla stazione di Porta Nuova e all’adiacente piazza Carlo Felice. Essa è caratterizzata da grandi conchiglie che accolgono i bovindi, alternate da analoghe conchiglie fanno da sostegno ai balconcini riccamente decorati con ringhiere in ferro battuto. Il susseguirsi di decorazioni, stucchi, sculture, rendono i prospetti particolarmente ricchi e la cimasa centrale della facciata principale rappresenta la cifra stilistica tipica del Ceppi.
Fonte:Wikipedia